Recensione di Elisabetta Bolondi
Autore: Bianchini Angela
Titolo: Le nostre distanze
Editore: Einaudi
Linda ha lasciato l’Italia in seguito alle leggi razziali, si è rifugiata in America e all’università Aubrey cerca di crearsi una nuova vita, nulla sapendo dei suoi familiari ed amici rimasti nell’Europa ormai quasi in fiamme. L’incontro fatale è con il professor Lowenberg, anche lui emigrato dall’Austria: il personaggio letterario nasconde il vero Leo Spitzer, il professore cinquantenne, silenzioso e affascinante, da cui la ventenne Linda si sente attratta per il fascino intellettuale ma anche fisico che sa suscitare in lei. Altri personaggi ruotano attorno a questa avventura dello spirito, fatta di atmosfere, cupe per lo più, come lo spirito dei refugees che si riuniscono nella piccola città universitaria in cerca di un risarcimento che la storia non sembra voler loro concedere: ecco allora l'incontro con la diversità, il cattolico prestante padre Flaerthy, il giovane omosessuale Ted, la sradicata Mrs Lowenberg, tutti in fuga da un mondo che, anche se non è in guerra come l’Europa hitleriana, risente della crisi del mondo occidentale: nulla potrà più essere come prima. Ecco allora il titolo, le distanze interne che la giovane protagonista è costretta a prendere dal nuovo mondo con cui ha dovuto fare i conti. La storia è quella di una educazione sentimentale, narrata dall’autrice con accenni, allusioni che rendono il romanzo talvolta difficile, ma sempre intrigante. Tutti noi ci innamoriamo un po’ di Lowenberg, alla fine della lettura.

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